La birra nel mondo antico
Soltanto dopo aver scoperto
l'agricoltura - ma per compiere questo piccolo passo occorsero migliaia di
anni - l'uomo poté disporre di più abbondanti quantitativi di cibo per tutto
il periodo dell'anno, raggiungendo così più sicurezza e serenità.
Ma torniamo
all'uomo. Gli abitanti dei boschi, per rispondere agli innumerevoli
misteriosi interrogativi della natura, come la nascita, la morte, le piogge,
i lampi, i tuoni, il sole, le stelle notturne, la luna con le sue fasi, la
crescita dei frutti, il fuoco, il gelo dell'inverno, e così via, avevano
individuato forze misteriose alle quali attribuire la causa di quei fatti,
per la loro mente, così strabilianti e non diversamente spiegabili: stiamo
assistendo alla nascita della religiosità, con tutte le collaterali
animistiche, le credenze, i cerimoniali, i tabù, i totem, le divinità che
tanto più importanti erano quanto più era inspiegabile e misterioso l'evento
che rappresentavano.
L'esempio più
significativo, sopravvissuto dalla notte dei tempi sino al medio evo, ci
viene dal popolo Atzeco. Quando Cortes conquistò il Messico nel 1519, scoprì
con raccapriccio gli orrendi sacrifici umani che questo popolo compiva in
onore delle proprie divinità, raggiungendo la non indifferente cifra di
20.000 vittime all'anno, vittime che si procurava con interminabili guerre
combattute contro le più deboli popolazioni limitrofe. La storia racconta
che quando Cortes, animato da buoni propositi - dopo però aver
sistematicamente spogliato quel popolo di tutti i suoi tesori e di tutte le
sue ricchezze - volle iniziare Montezuma, l'ultimo Imperatore Atzeco, ai
misteri della religione Cristiana, fu l'Imperatore a provare a sua volta
orrore e raccapriccio: "E' vero - si narra abbia risposto a Cortes - noi per
onorare le nostre divinità uccidiamo uomini e ne divoriamo il cuore, ma sono
pur sempre uomini, infinitamente piccoli e poco importanti rispetto alla
grandezza dei nostri dei. Ma voi per onorare il vostro dio ne divorate le
sue carni e ne bevete il suo sangue!" e con questo si riferiva al Sacramento
della Comunione.
La penisola
italica, terra a particolare vocazione vitivinicola, era ancora nell'età
della civiltà villanoviana. Gli abitanti quando non vivevano nelle caverne,
abitavano capanne di paglia e fango costruite su palafitte nelle aree
perilacustri. Si dedicavano ancora alla raccolta delle bacche alternando una
forma primitiva di semi agricoltura. Praticavano la pesca e la caccia, ed
erano appena agli albori di una forma arcaica di allevamento. I suoi
strumenti erano asce di pietra levigata; falcetti, raschiatoi, coltelli,
punte di lance e di frecce ricavate dalla selce.